Un vero tesoro è emerso ad Oriolo, lungo la Ss 481, alle porte del centro abitato. Sotto quasi 5 metri di terreno e rovi è venuto alla luce un convento francescano del 1439. La preziosa struttura, scrigno di storia e cultura, scoperta durante alcuni lavori di pulitura dell’area da parte di Calabria Verde, è stata recuperata grazie all’interessamento del vicesindaco Vincenzo Diego che ha svolto un’importante azione mediatrice (coadiuvato dall’allora capo ufficio tecnico Ruggero Losacco e dallo storico Vincenzo Toscani) con la famiglia della signora Maria Antonietta Chippari che ha donato al Comune il terreno dove sono stati rinvenuti i resti dell’antica struttura conventuale.
Ciò ha permesso di avviare i lavori di somma urgenza finanziati dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali (con il capo di segreteria Mibact, Vito D’Adamo e il direttore del segretariato regionale del ministero, Salvatore Patamia) e realizzati dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Catanzaro, Cosenza e Crotone (diretta da Mario Pagano) sotto la direzione dell’architetto Mariano Bianchi. Tra pochi giorni saranno completati i lavori di messa in sicurezza del convento che diventerà dunque fruibile al pubblico in questa sua prima veste.
Si riconosce la chiesa con i suoi altari dove un tempo si venerava la statua di San Francesco di Paola e dove era custodito lo stesso alluce, reliquia di inestimabile valore conservata oggi nella chiesa madre in paese. Dietro la chiesa si trova il chiostro – che divide la parte religiosa del convento dalla parte conviviale. E qui troviamo il refettorio, lo scriptorium ed un altro vano probabilmente adibito a locutorium (luogo di conversazione e di ricevimento ospiti). Naturalmente per ciò che concerne la precisa destinazione d’uso dei vani che un tempo hanno ospitato vita quotidiana si è ancora nel raggio delle ipotesi, ma è sufficiente far capolino tra i ruderi per correre indietro nel tempo ed immaginare la vita monastica
Quello rinvenuto ad Oriolo è un antico Convento del Terzo Ordine Regolare di San Francesco d’Assisi: il primo in Calabria che dette ben sette padri provinciali e un padre generale, quel Dionigi Colomba che portò dalla Francia l’alluce di San Francesco di Paola. Attorno al chiostro oggi si nota bene un ciclo di dipinti del 1500 circa, di arte bizantina. Il convento francescano è la ciliegina sulla torta di un percorso di recupero dei Beni Culturali messo in atto dall’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Giorgio Bonamassa che ha condotto Oriolo all’interno di importanti circuiti turistici – ne sono testimonianza la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano e l’inserimento tra i Borghi più Belli d’Italia – che ne hanno fatto un modello per l’intero territorio.
Grazie ad un finanziamento di circa 750.000 euro verrà realizzato un ascensore che dal convento e quindi da ponte Falce condurrà al centro storico. «Il recupero dell’antico convento francescano – commenta il vicesindaco con delega alla Cultura e ai Beni Culturali, Vincenzo Diego – è un altro importante tassello che va ad aggiungersi al Polo Culturale di Oriolo. Un prezioso bene a disposizione dell’intero territorio della Sibaritide e della Calabria, nel solco della condivisione dei nostri tesori che contraddistingue l’azione amministrativa di recupero del patrimonio storico-culturale».
Vincenzo La Camera