Torre trionfo di Apollo

la_stanza_rotonda

Era la camera da letto di Margherita Pignone del Carretto, per come riconosciuto dal figlio Domenico Musso, marchese di Peralta. La madre gli diceva sempre che la sua camera da letto aveva una forma rotonda con cupola affrescata e due finestre: una rivolta verso il mare, l’altra rivolta verso le colline. Donna Margherita nacque in questo castello il 4 maggio 1890 e qui fu battezzata dall’arciprete curato don Pietro Greco. La stanza ha una struttura cilindrica con cupola. Nel 1922 il cilindro e la cupola furono ridipinti con un liberty dello stesso periodo del pavimento in cemento decorato. I saggi della Soprintendenza diedero alla luce parte degli affreschi, che fecero subito pensare che l’impianto fosse tutto decorato. Alla fine degli anni Ottanta fu fatto lo stacco di uno spicchio dell’affresco, posto su materiale ignifugo e momentaneamente conservato nella sala d’arme, in attesa di essere ricollocato dal sito di provenienza, come avvenuto nel recente restauro. Già da una prima lettura si capì che fossero state dipinte le quattro stagioni, come poi si verificò. Con i lavori di restauro è venuta alla luce la restante parte dell’impianto pittorico, distribuito su fasce concentriche. Nella prima sono rappresentate figurativamente le quattro stagioni con quattro donne che si affacciano su scenari aperti. La donna è stata sempre una fonte d’ispirazione degli artisti.

la_primavera

La Primavera è vista dall’autore come una donna con il volto paffuto, il florido seno mezzo scoperto, i capelli raccolti e intrecciati con una corona di fiori. La mano sinistra sorregge una composizione floreale, mentre la destra stringe una colomba bianca. Un girocollo di smeraldi divide i due piani del petto formoso e la testa. Il volto paffuto e cromaticamente colorito è leggermente inclinato a sinistra con gli occhi rivolti verso il centro della sala. Una cintura gialla cinge ai fianchi una tunica rosa. Il ricco drappeggio indica opulenza. In lontananza si scorge un agglomerato di case in una visione prospettica delle stesse a forma di piramide. Tutto lascia pensare alla struttura urbanistica della cittadella di Oriolo.

estate

L’allegoria dell’Estate è una giovane donna con il formoso seno scoperto. L’autore, non inserendo alcun monile fra il petto e la testa, vuole mettere ancor più in evidenza la prosperità del seno, solo parzialmente coperto da un drappo rosso porpora. La donna sorregge con il braccio destro un fascio di grano. Sul capo una corona, costituita da spighe di grano maturo, si armonizza con i biondi capelli. La fanciulla, che mostra un lieve sorriso beffardo, sembra agitare con la mano sinistra un ventaglio per lenire l’arsura della calda estate. Le tonalità dei colori sono calde e piacevoli.

autunno

L’Autunno è raffigurato da un soggetto, seduto sulla poltrona, nell’atto di sollevare con la mano sinistra un calice pieno di vino e sembra voler dire agli astanti: prosit, sia di giovamento. Alla sua sinistra è accovacciato un burbero cane, che lo vuole proteggere da eventuali intrusi. La scena è completata da un albero da frutta alla sua destra, verosimilmente un melograno e da due melograni maturi, tagliati a metà. Il melograno era il simbolo della prosperità, della fecondità, dell’abbondanza, della ricchezza e dell’unità. Completano la scena alcuni grappoli d’uva matura. Il pomposo vestito, segno di opulenza e che aumenta il volume dell’immagine, è arricchito da un collier con smeraldo centrale e con una “goccia” di pietra preziosa. In lontananza si notano degli alberi fra cui, in primo piano, un pino napoletano, simbolo della famiglia Pignone del Carretto, marchesi di Oriolo e principi di Alessandria. I colori sono tenui e contrastano con la luce calda dell’estate.

inverno

L’Inverno è stato dipinto come una donna di mezza età con abbigliamento invernale, un sorriso appena accennato, il viso rivolto verso il fuoco di un caminetto, che stende le mani per scaldarsi. Tutto il corpo è proteso verso la seconda cornice; il capo è leggermente inclinato e lo sguardo rivolto verso il cento della stanza nell’atto di godersi la scena degli astanti.

Due cornici dividono la prima fascia dell’affresco con la seconda e la terza. Nella seconda fascia sono distribuiti putti alati, che si muovono in mezzo a boccioli di fiori di diverso tipo.

Al centro della cupola lo sguardo è attratto dal trionfo di Apollo sul carro del Sole. Apollo, seduto sul cocchio a due ruote e con il mantello al vento, guida quattro scalpitanti destrieri. Sui primi due e sull’asse ai piedi di Apollo i putti lasciano cadere petali di fiori sui presenti. Questo è un ulteriore elemento, che indica la funzione della stanza come camera da letto. Su tutto splende il Sole con i suoi raggi dorati.

Durante il restauro non è comparsa la firma dell’autore. Probabilmente è la stessa mano, che ha affrescato nel 1766 il palazzo S. Stefano, altra residenza dei Pignone del Carretto.